sabato 4 ottobre 2014

San Francesco d'Assisi

San Francesco d'Assisi è uno dei santi cattolici più amati e conosciuti in tutto il mondo, icona del "vero cristiano", il ricco nobile che abbandona tutto per seguire la chiamata di Dio.

In pochi però sanno che questa immagine di Francesco è stata creata ad arte dai vertici della Chiesa dopo la sua morte, al solo scopo di evitare un pericoloso scisma dell'ordine francescano, considerato eretico come il suo fondatore, che spesso rischiò di venire arso sul rogo per il suo carattere ribelle e in ampio contrasto con l'opulenza e gli sfarzi di Roma. 

Quella che vogliamo raccontare oggi è la storia dimenticata di Francesco, non il Santo di cui tutti parlano oggi, nel giorno a lui dedicato, ma l'uomo, lo sciamano, il maestro sufi Francesco.

Si, perché Francesco era questo: uno sciamano: lontano dalla figura intonsa e dalla barba corta tramandataci strumentalmente dalla Chiesa, Francesco viaggiava a piedi nudi, coperto solo da abiti sporchi e consunti, con barba e capelli lunghi. Questo aspetto in particolare è importante: in quel tempo la tonsura dei capelli era la condizione necessaria per ricevere anche i voti minori, quindi abbandonare la tonsura significava abbandonare lo stato clericale.

Francesco cercava infatti il contatto con il divino non attraverso le scritture e l'ordine monastico, ma tramite il viaggio iniziatico ed il contatto con la Natura. Durante i suoi lunghi viaggi tramandava  quanto dalla natura aveva appreso attraverso storie e favole dal profondo significato spirituale e morale, come erano soliti fare in quel tempo anche altri tipi d'asceti, ad esempio di Maestri Sufi di tradizione Islamica. Con questi ultimi Francesco ebbe numerosi contatti al tempo dei suoi viaggi in Terra Santa, e dalla comunità esoterica islamica era tenuto in grande considerazione, al punto da ricevere in dono dal  Califfo Al Malich la famosa clamide bianca, insieme al corno d'avorio e le bacchette utilizzate dai Muezin, i predicatori islamici.

Tale era la sua capacità di comunicare al popolo come ai nobili e talmente grande il contrasto tra il suo aspetto sporco e trasandato e l'abilità oratoria, che la sua fama crebbe in maniera esponenziale, al punto da formare un culto parallelo a quello cattolico, capace di raccogliere folle immense che si recavano ad ascoltare la parola del Profeta, sperando anche di poterlo toccare, o di ricevere un lembo delle povere vesti del Santo.

Francesco insegnava che il contatto con il Divino non doveva passare attraverso chiese, prelati, ori e cerimonie, ma andava cercato nel profondo del proprio cuore ed attraverso il contatto con la Natura, maestra di ogni cosa. Un culto naturale, sciamanico... stregonesco.

Del resto uno degli aspetti più controversi e famosi di Francesco era proprio la sua capacità di parlare con  gli animali domestici e di ammansire quelli selvatici, ed addirittura di praticare dei riti capaci di influenzare il tempo e di evocare gli spiriti, pratica che pare facesse durante i suoi solitari ritiri al colle della Verna, dove oggi c'è un santuario a lui dedicato.

Oggi, nel giorno del suo ricordo, vogliamo rendere omaggio non al Santo Cattolico, ma a un vero e grande Fratello in Arte: lo Sciamano Francesco...


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