venerdì 28 febbraio 2014

Ouroboros

Uno dei simboli più utilizzati e più trasversali nell'ambiente Esoterico è di certo Oura Boros, ossa "colui che si divora la coda". Gia presente in forma rappresentata nell'Egitto del XVII secolo avanti cristo, è poi passato ai Fenici e successivamente ai Greci.
La stessa simbologi si trova presso i popoli nordici con il nome di Jörmungandr, uno dei tre figli del dio Loki, il "Serpente di Midgard" ossia il gigantesco serpente che avvolge tutta la terra arrivando a mordendosi appunto la coda.
Con lo stesso significato è presente presso gli Indu', sottoforma di drago che avvolge i quattro elefanti che a loro volta sorreggono il mondo. Con la stessa figura di drago è presente anche in Giappone, e in Sud Amerca presso gli Atzechi con il nome di Quetzacoatl, ossia "Serpente Piumato". Gli stessi Atzechi avevano ereditato questa raffigurazione dal pantheon della più antica civiltà tolteca.
In tempi più recenti è stato adottato anche da sette cristiane come Gnostici e Ofiti.

Nei tratti comuni a tutte le culture è rappresentato come un serpente che forma un cerchio e divora la sua coda. La testa è in alto e rivolta verso destra, in modo da dare l'impressione di un moto in senso orario, e il corpo è scuro sul dorso e chiaro sul ventre. A volte riporta anche la scritta greca En to Pan, ovvero "nell'Uno, il Tutto".
La simbologia associata a questa figura è lampante, e questo è il motivo per il quale è cosi usato e potente. Il serpente in tutte le culture antiche rappresenta la saggezza e la protezione, il cerchio rappresenta l'universo, l'Uno e il Tutto, e l'atto di divorare se stessi rappresenta la morte e la rinascita, il ciclo perpetuo dell'universo, il tempo, il macrocosmo nel microcosmo. Il corpo mezzo chiaro e mezzo scuro infine rappresenta la dualità, la doppia natura di gni cosa, le due parti opposte, ma non in conflitto, che formano il Tutto.

In alchimia l'Ouroboros simboleggia la purificazione e l'immortalità, e rappresenta la materia che trasformandosi si rigenera. Lo stesso Carl Jung ha parlato dell'Ouroboros come del Mandala dell'Alchimia, il suo principio fondamentale.



Filosoficamente parlando, infine, l'ouroboros rappresenta una tautologia, ossia un sistema le cui conclusioni sono già implicite nelle premesse. Sono esempi di tautologie i dogmi delle religioni, che non si possono confutare, ma anche la domanda "Chi sono io?", in quanto il soggetto dell'indagine ed il suo oggetto sono la stessa entità.
 
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Piccola curiosità: l'Ouroboros esiste anche nel mondo naturale: è un geco che per proteggersi si appallottola mordendosi la cosa e facendo spuntare gli aculei delle scaglie.


Ouroboros Cordylus Cataphractus foto tratta da www.lilela.net