domenica 28 luglio 2013

I 7 Principi del Kybalion



Questo è un articolo, piuttosto lungo ma molto interessante, scritto dal mio caro amico Polydeukes per il forum "il Tempio delle Ombre".

Qui di seguito, vi elenco i punti fondamentali, i pilastri e le leggi su cui, secondo "il Kybalion", un libro dei primi del XX secolo scritto da tre "iniziati" che fanno risalire le proprie conoscenze ai misteri e culti segreti antichi, si basa la magia, e, per estensione, l'universo intero.
Questi assiomi, sono delle ottime piattaforme dalle quali partire per iniziare il cammino, e il libro offre molti spunti di riflessione e approfondimento.
Ve lo consiglio vivamente (a parte ovviamente il Bardon, amatissimo), poiché possiamo qui identificare le prime influenze della magia "moderna" miste senza soluzione di continuità a quelle antiche.

Ed ecco qui i 7 Principi:
1. Il principio del mentalismo
"Il tutto è spirito; l'universo è mentale". Questo principio implica la verità che "tutto è spirito". Esso spiega che il tutto, che è la realtà sostanziale, si trova in tutte le manifestazioni e gli aspetti esteriori che conosciamo sotto il nome di "universo materiale", "fenomeno della vita", "materia", "energia". In breve, tutto quello che appare è Spirito, di per sé in conoscibile e indefinibile, ma che può essere considerato e pensato come uno spirito universale, infinito, vivente. Spiega ancora che il mondo o l'universo "fenomenico" non è altro che una creazione mentale del tutto, soggetta alle leggi delle cose create; che l'universo, considerato nella sua interezza o nelle sue parti, esiste nello spirito del tutto, ed è in questo spirito che noi viviamo, agiamo e siamo noi stessi". Questo principio, stabilendo la natura mentale dell'universo, spiega facilmente tutti i differenti fenomeni mentali e psichici che occupano una parte così rilevante nell'attenzione pubblica e che, inspiegabilmente, non sono comprensibili e sfidano qualsiasi interpretazione scientifica.
2. Il principio di corrispondenza
"Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso; ciò che sta in basso è uguale a ciò che sta in alto". Questo principio implica la verità relativa all'esistenza di un rapporto costante tra le leggi e i fenomeni dei vari piani dell'essere e della vita. Il vecchio assioma ermetico lo spiega in questi termini. "Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso; ciò che sta in basso è uguale a ciò che sta in alto". Comprendere questo principio permette di risolvere molti paradossi oscuri e molti segreti nascosti nella natura. Esistono dei piani della vita che ignoriamo completamente; ma quando gli applichiamo il principio di corrispondenza, diventiamo capaci di comprendere più di quanto non avremmo potuto fare altrimenti. Si manifesta e si applica dappertutto nell'universo, sui diversi piani dell'universo materiale, mentale e spirituale; si tratta di una legge universale.
3. Il principio di vibrazione
"Niente è in quiete; tutto si agita; tutto vibra". Questo principio implica la verità che "tutto è in movimento", "tutto vibra", "niente è in stato di quiete", fatto accettato dalla scienza moderna e che ogni nuova scoperta scientifica verifica costantemente. Sono migliaia d'anni che i Maestri dell'antico Egitto hanno enunciato questo Principio ermetico. Spiega che le differenze esistenti tra le molteplici manifestazioni della materia, dell'energia, dell'anima ed anche dello spirito, sono la conseguenza di una proporzione ineguale delle Vibrazioni. Dal tutto, che è spirito puro, alle forme più grossolane della materia, tutto vibra; più ampia è la vibrazione, più alta è la posizione sulla scala. La vibrazione dello spirito è talmente intensa e così infinitamente rapida da sembrare praticamente statica, allo stesso modo in cui una ruota che gira a grande velocità può sembrare ferma. All'altra estremità della scala ci sono le forme grossolane della materia, le cui vibrazioni sono talmente lente da sembrare inesistenti. Tra questi due poli opposti ci sono milioni e milioni di gradi diversi di vibrazioni. Dalla particella e l'elettrone, dall'atomo e la molecola, fino ai mondi e agli universi, tutto si muove, tutto vibra. Questo è altrettanto vero per l'energia e la forza, che non sono altro che gradi differenti di vibrazione; ciò è vero anche per il piano mentale, il cui stato è regolato dalle vibrazioni, e addirittura per il piano spirituale.
4. Il principio di polarità
"Tutto è doppio; ogni cosa possiede dei poli; tutto ha due estremi; simile e dissimile hanno lo stesso significato; i poli opposti hanno una natura identica, ma gradi differenti; gli estremi si toccano; tutte le verità sono soltanto mezze verità; tutti i paradossi possono essere conciliati". Questo principio implica la verità che "tutto è doppio", "tutto ha due poli", "tutto ha due estremi"; queste affermazioni sono vecchi assiomi ermetici. Spiegano gli antichi paradossi che hanno reso perplesse tante persone, e che possiamo esprimere nel modo seguente: "La tesi e l'antitesi hanno una natura identica, ma gradi diversi"; "i contrari sono simili e differiscono esclusivamente per il loro grado"; " i poli opposti possono conciliarsi"; "gli estremi si toccano"; "tutto è, ed allo stesso tempo non è"; "tutte le verità sono soltanto mezze verità"; "qualsiasi verità è falsa per metà"; "ogni cosa ha due facce", ecc. Il principio di polarità spiega che in ogni cosa esistono due poli, due aspetti opposti, e che i contrari sono in realtà i due estremi dello stesso oggetto, intercalati da gradi differenti. Per esempio: il caldo e il freddo, benché "opposti", sono in realtà una sola e medesima cosa; si distinguono semplicemente per una differenza di gradi. Consultate il vostro termometro e vedrete che non è possibile scoprire dove termina il "caldo" e dove inizia il "freddo"! Non esiste né un "caldo assoluto" né un "freddo assoluto"; questi due termini, "caldo" e "freddo" indicano semplicemente gradi diversi della stessa cosa, e questa "stessa cosa" si manifesta come "caldo" e "freddo", essendo una semplice forma, una variante della vibrazione. Quindi il "caldo" e il "freddo" sono soltanto i due poli di ciò che noi chiamiamo "calore", ed i fenomeni che li accompagnano sono le manifestazioni del Principio di Polarità. Lo stesso principio vale nel caso della "luce" e della "oscurità", che sono una sola e medesima cosa, in quanto la distinzione consiste in una differenza di gradi tra i due poli del fenomeno. Quand'è che la "notte" ci lascia e il "giorno" ha inizio? Qual è la differenza tra "grande" e "piccolo"? Tra "facile" e "difficile"? Tra "bianco" e "nero"? Tra "tagliente" e "smussato"? Tra "calmo" e "inquieto"? Tra "alto" e "basso"? Tra "positivo" e "negativo"? Il principio di polarità spiega questi paradossi, e nient'altro può sostituirlo. Ancora, è lo stesso principio che agisce nel piano mentale. Prendiamo un esempio estremo, ma radicale: quello di "odio e amore", due stati mentali apparentemente del tutto diversi. Tuttavia, anche nell'odio e nell'amore esistono gradi differenti; esistono anche dei sentimenti intermedi, per i quali usiamo le parole "simpatia" e "antipatia", che arrivano a confondersi così intimamente che spesso abbiamo delle difficoltà a sapere se qualcuno ci è simpatico, antipatico o indifferente. Questi sentimenti opposti non sono altro che gradi diversi di un unico sentimento.
5. Il principio del ritmo
"Tutto scorre, internamente ed esternamente; ogni cosa ha una sua durata; tutto si sviluppa per poi degenerare; l'equilibrio del pendolo si manifesta in tutto; la misura della sua oscillazione a destra è simile alla misura della sua oscillazione a sinistra; il ritmo è costante". Questo principio implica la verità del suo manifestarsi in ogni cosa tramite un movimento d'andata e ritorno, un flusso e un riflusso, un bilanciamento in avanti e indietro, un movimento analogo a quello del pendolo, qualcosa di simile al flusso e riflusso della marea, all'alta e bassa marea; questo movimento d'andata e ritorno si genera tra i due poli, la cui esistenza è stata indicata dal principio di polarità descritto in precedenza. C'è sempre un'azione e una reazione, un progresso e un ritorno, un massimo e un minimo. È così per tutti gli elementi dell'universo, i soli, i mondi, gli uomini, gli animali, lo spirito, l'energia e la materia. Questa legge si manifesta nella creazione e nella distruzione dei mondi, nel progresso e nella decadenza delle nazioni, nella vita di tutte le cose e, infine, nello stato mentale dell'uomo; è per quest'ultima cosa che gli ermetisti stimano molto importante la comprensione del principio. Questo principio, insieme al principio di polarità ed ai metodi per ostacolarlo o neutralizzarlo, sono stati minuziosamente studiati dagli ermetisti. Il loro utilizzo costituisce una parte rilevante dell'alchimia ermetica mentale.
6. Il principio di causa e di effetto
"Ogni causa ha il suo effetto; ogni effetto ha la sua causa; ogni cosa accade in conformità alla Legge; la fortuna non è altro che un nome attribuito alla Legge misconosciuta; esistono numerosi piani di causalità, ma niente sfugge alla Legge". Questo principio implica l'esistenza di una causa per ogni effetto prodotto, e di un effetto per ogni causa. Ciò significa quanto segue: "Ogni cosa accade in conformità alla Legge"; che "niente capita mai fortuitamente"; che il caso non esiste; che, poiché esistono piani differenti di causa ed effetto, e che il piano superiore domina sempre il piano inferiore, niente può sfuggire alla Legge. Gli ermetisti conoscono, fino a un certo punto, la tecnica e i metodi per elevarsi al di sopra del piano ordinario di causa ed effetto. Elevandosi mentalmente ad un piano superiore, diventano causa, invece di effetto. Le masse si lasciano dominare facilmente; obbediscono a tutto quello che le circonda, alla volontà e ai desideri di coloro che sono più potenti, all'eredità, alla suggestione, ed a tutte le altre cause esteriori che le muovono come pedine sulla scacchiera della vita. I Maestri, al contrario, si elevano al piano superiore, dominano i loro sentimenti, il loro carattere, le loro qualità e i loro poteri, così come quelli che li circondano; diventano Maestri, invece di restare delle pedine. Giocano il gioco della vita, invece di essere giocati e diretti dalla volontà degli altri e dalle influenze esterne. Si servono del principio, invece di esserne lo strumento.
7. Il principio del genere
"Esiste un genere in tutte le cose; tutto ha un principio maschile e un principio femminile; il genere si manifesta su tutti i piani". Questo principio implica la verità che il genere esiste in tutto; i principi maschile e femminile sono costantemente in azione. Questo è vero non solo sul piano fisico, ma anche sul piano mentale e addirittura su quello spirituale. Sul piano fisico, il principio si manifesta sotto la forma del sesso; sul piano superiore, assume delle forme più elevate, ma è sempre il medesimo. Senza di esso non è possibile alcuna creazione fisica, mentale o spirituale. La comprensione della legge getterà luce su molti soggetti che hanno sempre reso perplesso lo spirito dell'uomo. Il principio del genere agisce sempre nel senso della creazione e della rigenerazione. Ogni cosa, ogni individuo contiene i due elementi, maschile e femminile, ovvero lo stesso grande principio. Ogni elemento maschile ha il proprio elemento femminile; ogni principio femminile contiene il principio maschile.

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