Questo è un articolo, piuttosto lungo ma molto interessante, scritto dal mio caro amico Polydeukes per il forum "il Tempio delle Ombre".
Qui di seguito, vi elenco i punti fondamentali, i
pilastri e le leggi su cui, secondo "il Kybalion", un libro dei primi
del XX secolo scritto da tre "iniziati" che fanno risalire le proprie
conoscenze ai misteri e culti segreti antichi, si basa la magia, e, per
estensione, l'universo intero.
Questi assiomi, sono delle ottime piattaforme
dalle quali partire per iniziare il cammino, e il libro offre molti spunti di
riflessione e approfondimento.
Ve lo consiglio vivamente (a parte ovviamente il
Bardon, amatissimo), poiché possiamo qui identificare le prime influenze della
magia "moderna" miste senza soluzione di continuità a quelle antiche.
Ed ecco qui i 7 Principi:
1. Il principio del mentalismo
"Il tutto è spirito; l'universo è mentale".
Questo principio implica la verità che "tutto è spirito". Esso spiega
che il tutto, che è la realtà sostanziale, si trova in tutte le manifestazioni
e gli aspetti esteriori che conosciamo sotto il nome di "universo
materiale", "fenomeno della vita", "materia",
"energia". In breve, tutto quello che appare è Spirito, di per sé in
conoscibile e indefinibile, ma che può essere considerato e pensato come uno
spirito universale, infinito, vivente. Spiega ancora che il mondo o l'universo
"fenomenico" non è altro che una creazione mentale del tutto,
soggetta alle leggi delle cose create; che l'universo, considerato nella sua
interezza o nelle sue parti, esiste nello spirito del tutto, ed è in questo
spirito che noi viviamo, agiamo e siamo noi stessi". Questo principio,
stabilendo la natura mentale dell'universo, spiega facilmente tutti i
differenti fenomeni mentali e psichici che occupano una parte così rilevante
nell'attenzione pubblica e che, inspiegabilmente, non sono comprensibili e
sfidano qualsiasi interpretazione scientifica.
2. Il principio di corrispondenza
"Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso;
ciò che sta in basso è uguale a ciò che sta in alto". Questo principio
implica la verità relativa all'esistenza di un rapporto costante tra le leggi e
i fenomeni dei vari piani dell'essere e della vita. Il vecchio assioma ermetico
lo spiega in questi termini. "Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta
in basso; ciò che sta in basso è uguale a ciò che sta in alto".
Comprendere questo principio permette di risolvere molti paradossi oscuri e
molti segreti nascosti nella natura. Esistono dei piani della vita che
ignoriamo completamente; ma quando gli applichiamo il principio di
corrispondenza, diventiamo capaci di comprendere più di quanto non avremmo
potuto fare altrimenti. Si manifesta e si applica dappertutto nell'universo,
sui diversi piani dell'universo materiale, mentale e spirituale; si tratta di
una legge universale.
3. Il principio di vibrazione
"Niente è in quiete; tutto si agita; tutto
vibra". Questo principio implica la verità che "tutto è in
movimento", "tutto vibra", "niente è in stato di
quiete", fatto accettato dalla scienza moderna e che ogni nuova scoperta
scientifica verifica costantemente. Sono migliaia d'anni che i Maestri
dell'antico Egitto hanno enunciato questo Principio ermetico. Spiega che le
differenze esistenti tra le molteplici manifestazioni della materia,
dell'energia, dell'anima ed anche dello spirito, sono la conseguenza di una
proporzione ineguale delle Vibrazioni. Dal tutto, che è spirito puro, alle
forme più grossolane della materia, tutto vibra; più ampia è la vibrazione, più
alta è la posizione sulla scala. La vibrazione dello spirito è talmente intensa
e così infinitamente rapida da sembrare praticamente statica, allo stesso modo
in cui una ruota che gira a grande velocità può sembrare ferma. All'altra
estremità della scala ci sono le forme grossolane della materia, le cui
vibrazioni sono talmente lente da sembrare inesistenti. Tra questi due poli
opposti ci sono milioni e milioni di gradi diversi di vibrazioni. Dalla
particella e l'elettrone, dall'atomo e la molecola, fino ai mondi e agli
universi, tutto si muove, tutto vibra. Questo è altrettanto vero per l'energia
e la forza, che non sono altro che gradi differenti di vibrazione; ciò è vero
anche per il piano mentale, il cui stato è regolato dalle vibrazioni, e
addirittura per il piano spirituale.
4. Il principio di polarità
"Tutto è doppio; ogni cosa possiede dei poli; tutto
ha due estremi; simile e dissimile hanno lo stesso significato; i poli opposti
hanno una natura identica, ma gradi differenti; gli estremi si toccano; tutte
le verità sono soltanto mezze verità; tutti i paradossi possono essere
conciliati". Questo principio implica la verità che "tutto è
doppio", "tutto ha due poli", "tutto ha due estremi";
queste affermazioni sono vecchi assiomi ermetici. Spiegano gli antichi
paradossi che hanno reso perplesse tante persone, e che possiamo esprimere nel
modo seguente: "La tesi e l'antitesi hanno una natura identica, ma gradi
diversi"; "i contrari sono simili e differiscono esclusivamente per
il loro grado"; " i poli opposti possono conciliarsi"; "gli
estremi si toccano"; "tutto è, ed allo stesso tempo non è";
"tutte le verità sono soltanto mezze verità"; "qualsiasi verità
è falsa per metà"; "ogni cosa ha due facce", ecc. Il principio
di polarità spiega che in ogni cosa esistono due poli, due aspetti opposti, e
che i contrari sono in realtà i due estremi dello stesso oggetto, intercalati
da gradi differenti. Per esempio: il caldo e il freddo, benché
"opposti", sono in realtà una sola e medesima cosa; si distinguono
semplicemente per una differenza di gradi. Consultate il vostro termometro e
vedrete che non è possibile scoprire dove termina il "caldo" e dove
inizia il "freddo"! Non esiste né un "caldo assoluto" né un
"freddo assoluto"; questi due termini, "caldo" e
"freddo" indicano semplicemente gradi diversi della stessa cosa, e
questa "stessa cosa" si manifesta come "caldo" e "freddo",
essendo una semplice forma, una variante della vibrazione. Quindi il
"caldo" e il "freddo" sono soltanto i due poli di ciò che
noi chiamiamo "calore", ed i fenomeni che li accompagnano sono le
manifestazioni del Principio di Polarità. Lo stesso principio vale nel caso
della "luce" e della "oscurità", che sono una sola e
medesima cosa, in quanto la distinzione consiste in una differenza di gradi tra
i due poli del fenomeno. Quand'è che la "notte" ci lascia e il
"giorno" ha inizio? Qual è la differenza tra "grande" e
"piccolo"? Tra "facile" e "difficile"? Tra
"bianco" e "nero"? Tra "tagliente" e
"smussato"? Tra "calmo" e "inquieto"? Tra
"alto" e "basso"? Tra "positivo" e
"negativo"? Il principio di polarità spiega questi paradossi, e
nient'altro può sostituirlo. Ancora, è lo stesso principio che agisce nel piano
mentale. Prendiamo un esempio estremo, ma radicale: quello di "odio e
amore", due stati mentali apparentemente del tutto diversi. Tuttavia,
anche nell'odio e nell'amore esistono gradi differenti; esistono anche dei
sentimenti intermedi, per i quali usiamo le parole "simpatia" e
"antipatia", che arrivano a confondersi così intimamente che spesso
abbiamo delle difficoltà a sapere se qualcuno ci è simpatico, antipatico o
indifferente. Questi sentimenti opposti non sono altro che gradi diversi di un
unico sentimento.
5. Il principio del ritmo
"Tutto scorre, internamente ed esternamente; ogni
cosa ha una sua durata; tutto si sviluppa per poi degenerare; l'equilibrio del
pendolo si manifesta in tutto; la misura della sua oscillazione a destra è
simile alla misura della sua oscillazione a sinistra; il ritmo è
costante". Questo principio implica la verità del suo manifestarsi in ogni
cosa tramite un movimento d'andata e ritorno, un flusso e un riflusso, un
bilanciamento in avanti e indietro, un movimento analogo a quello del pendolo,
qualcosa di simile al flusso e riflusso della marea, all'alta e bassa marea;
questo movimento d'andata e ritorno si genera tra i due poli, la cui esistenza
è stata indicata dal principio di polarità descritto in precedenza. C'è sempre
un'azione e una reazione, un progresso e un ritorno, un massimo e un minimo. È
così per tutti gli elementi dell'universo, i soli, i mondi, gli uomini, gli
animali, lo spirito, l'energia e la materia. Questa legge si manifesta nella
creazione e nella distruzione dei mondi, nel progresso e nella decadenza delle
nazioni, nella vita di tutte le cose e, infine, nello stato mentale dell'uomo;
è per quest'ultima cosa che gli ermetisti stimano molto importante la
comprensione del principio. Questo principio, insieme al principio di polarità
ed ai metodi per ostacolarlo o neutralizzarlo, sono stati minuziosamente
studiati dagli ermetisti. Il loro utilizzo costituisce una parte rilevante
dell'alchimia ermetica mentale.
6. Il principio di causa e di effetto
"Ogni causa ha il suo effetto; ogni effetto ha la sua
causa; ogni cosa accade in conformità alla Legge; la fortuna non è altro che un
nome attribuito alla Legge misconosciuta; esistono numerosi piani di causalità,
ma niente sfugge alla Legge". Questo principio implica l'esistenza di una
causa per ogni effetto prodotto, e di un effetto per ogni causa. Ciò significa
quanto segue: "Ogni cosa accade in conformità alla Legge"; che
"niente capita mai fortuitamente"; che il caso non esiste; che,
poiché esistono piani differenti di causa ed effetto, e che il piano superiore
domina sempre il piano inferiore, niente può sfuggire alla Legge. Gli ermetisti
conoscono, fino a un certo punto, la tecnica e i metodi per elevarsi al di
sopra del piano ordinario di causa ed effetto. Elevandosi mentalmente ad un
piano superiore, diventano causa, invece di effetto. Le masse si lasciano
dominare facilmente; obbediscono a tutto quello che le circonda, alla volontà e
ai desideri di coloro che sono più potenti, all'eredità, alla suggestione, ed a
tutte le altre cause esteriori che le muovono come pedine sulla scacchiera
della vita. I Maestri, al contrario, si elevano al piano superiore, dominano i
loro sentimenti, il loro carattere, le loro qualità e i loro poteri, così come
quelli che li circondano; diventano Maestri, invece di restare delle pedine.
Giocano il gioco della vita, invece di essere giocati e diretti dalla volontà
degli altri e dalle influenze esterne. Si servono del principio, invece di
esserne lo strumento.
7. Il principio del genere
"Esiste un genere in tutte le cose; tutto ha
un principio maschile e un principio femminile; il genere si manifesta su tutti
i piani". Questo principio implica la verità che il genere esiste in tutto;
i principi maschile e femminile sono costantemente in azione. Questo è vero non
solo sul piano fisico, ma anche sul piano mentale e addirittura su quello
spirituale. Sul piano fisico, il principio si manifesta sotto la forma del
sesso; sul piano superiore, assume delle forme più elevate, ma è sempre il
medesimo. Senza di esso non è possibile alcuna creazione fisica, mentale o
spirituale. La comprensione della legge getterà luce su molti soggetti che
hanno sempre reso perplesso lo spirito dell'uomo. Il principio del genere
agisce sempre nel senso della creazione e della rigenerazione. Ogni cosa, ogni
individuo contiene i due elementi, maschile e femminile, ovvero lo stesso
grande principio. Ogni elemento maschile ha il proprio elemento femminile; ogni
principio femminile contiene il principio maschile.
lo lessi molti anni fa molto bello e d'ispirazione.
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